Cooperative Compliance e PMI, servono competenze integrate tra fisco, diritto societario e compliance. Il commento del Dott. Alberto Di Fresco

A più di tre anni dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, la Brexit non è più un evento straordinario, ma una realtà consolidata che continua a generare effetti significativi.
Il quadro normativo tra Europa e UK appare oggi più frammentato e meno prevedibile, costringendo imprese e professionisti del diritto a muoversi in un contesto complesso, caratterizzato da regole diverse ma interdipendenti.
👉 Per le aziende italiane che operano oltremanica, ciò significa affrontare:
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nuovi obblighi doganali
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regimi fiscali distinti
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procedure regolatorie più articolate
👉 Per gli studi legali, invece, la Brexit ha trasformato il ruolo dell’avvocato, da semplice interprete di norme comuni a mediatore tra sistemi giuridici disallineati.
Nell’articolo pubblicato da Italia Oggi Sette, il giornalista Antonio Ranalli approfondisce le nuove sfide e opportunità per imprese e studi, raccogliendo le voci di professionisti che vivono quotidianamente questo cambiamento.
Tra loro anche l’avv. Cristina Gandolfi, che sottolinea:
“Prima del 2020 lavoravamo in un contesto giuridico integrato che permetteva alle imprese italiane di operare nel Regno Unito con scarse formalità e le procedure transfrontaliere scorrevano fluidamente. Oggi ci confrontiamo con maggiore burocrazia e incertezza, specialmente per le pratiche transnazionali. Tuttavia, la Brexit ha anche aperto nuove opportunità, connesse a un diverso modo di relazionarsi con quel Paese e con le sue sfaccettature”.
Per approfondire questo tema leggi l’articolo integrale pubblicato su Italia Oggi al seguente link.
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